
Red Death – Sickness Divine (recensione)
Aspettavo con una certa curiosità l’uscita di questo disco, da una parte perché sono un fan dei Red Death, dall’altra perché sono convinto che i primi due dischi (Permanent Exile e Formidable Darkness), per quanto ottimi dischi, non esprimano appieno il potenziale della band. Niente come un terzo disco avrebbe potuto, infatti, completare la maturazione del gruppo in termini di scrittura e di stile.
Non posso che confermare che Sickness Divine soddisfi completamente le mie aspettative. Un disco solido, coerente e completo, scritto benissimo e prodotto ancora meglio, con lo zampino, ovviamente, dell’immancabile Arthur Rizk.
Dieci tracce di crossover thrash tanto rabbioso quanto pulito, ritmiche devastanti, fraseggi heavy metal, intermezzi visionari, intro acustici e decadenti.
Lo dico senza paura: Sickness Divine entra di diritto nella mia top 3 del 2019 e inserisce finalmente i Red Death in una posizione di rilievo nel panorama punk metal mondiale.
La cover del disco, opera di Timbul Cahoyno, è bellissima, come tutte quelle dei Red Death e raffigura quattro scheletri crocifissi in mezzo a una palude, quasi certamente i membri della band.
Il disco è uscito per Century Media, innegabilmente un certificato di qualità.