Higher Power – 27 Miles Underwater (recensione)

Higher Power – 27 Miles Underwater (recensione)

Febbraio 9, 2020 Off Di fr3ng

Con 27 Miles Underwater, gli Higher Power esplorano orizzonti che negli altri lavori sono del tutto o parzialmente assenti, suscitando, come era prevedibile, le perplessità di chi li conosce e apprezza per le produzioni precedenti.

Quando si ha davanti un disco come questo, bisogna prendere in considerazione due aspetti distinti, quello concettuale e quello strettamente musicale.

Per quanto riguarda il primo, l’assunto è il seguente: suonare musica elementare e diretta non è sempre una scelta, ma spesso un’esigenza dovuta a limiti tecnici (il punk è bello perché permette a chi non è un musicista di esprimersi artisticamente). Gli Higher Power, al contrario, sono un gruppo che ha le facoltà tecniche e compositive per permettersi di spingersi oltre. Non va fatta, pertanto, una colpa se una band -ovviamente entro certi limiti- decide di guardare oltre quei cliché che troppo spesso recintano i generi underground.

Per quello che riguarda invece valutazioni meramente musicali, se non perdiamo di vista l’aspetto appena descritto, possiamo ammettere che il disco sia bello. Certo, siamo davanti a un album che di hardcore ha poco, forse nulla: voce quasi sempre melodica, chitarre sporcate da una punta di overdrive, ritmi che non vanno mai oltre la soglia minima di bpm consentita. Scordiamoci la potenza e il groove di Soul Structure. Togliamoci dalla testa riff accattivanti e ritmiche ballerecce. Tutto questo è assente in 27 Miles Underwater. Tuttavia, la priorità data alla melodia e ai suoni, la qualità della produzione e della composizione rendono il disco un buon disco rock.

Gli Higher Power attingono in modo molto marcato dagli anni ’90, decennio che ha partorito grandi classici alternative rock, grunge, alternative metal, post-hardcore e pop, generi che pesano notevolmente sul risultato finale del disco. Il crossover di questi stili è eseguito coscientemente e creativamente dalla band attraverso una composizione di alto livello.
Per questo motivo mi sento di promuovere l’album e di affermare che conclusioni affrettate, tipo “si sono venduti alla Roadrunner e hanno fatto un disco inascoltabile” lasciano il tempo che trovano.