Drain – California Cursed (recensione)

Negli ultimi anni la California ha sfornato una serie di gruppi caratterizzati da una qualità in comune: la capacità di fondere in maniera interessante l’hardcore e il metal producendo dei crossover creativi e mai banali. Mi vengono in mente nomi come Deat Heat, Primal Rite, Mizery, Take Offense e altri.
All’interno di questo filone non possono non spiccare in questo momento i Drain.
I quattro di Santa Cruz sono freschi di disco, California Cursed, uscito lo scorso aprile su Revelation Records.
Devo dirlo: ho ascoltato questo disco molto appassionatamente, complice da una parte la penuria di musica nuova in questo funesto duemilaeventi, dall’altra il fatto che sia obiettivamente un gran bel disco.
Le dieci tracce che lo compongono viaggiano che è un piacere, con ritmiche che alternano lentoni cadenzati (a tratti pseudo-beatdown) a sfuriate thrash.
I travolgenti riffoni sono ben supportati da una sezione ritmica di alto livello, valorizzata da suoni di batteria pazzeschi.
Per suoni e scrittura, i Drain hanno uno stile perlopiù moderno, che alternano sapientemente con influenze più oldschool del thrash e dell’hardcore (Excel e Suicidal Tendencies su tutti).
I testi parlano soprattutto di condizioni personali di disagio ma sono allo stesso tempo “motivazionali” e propositivi.
Produrre California Cursed in piena emergenza Covid è stata probabilmente una scelta coraggiosa da parte della band e della Revelation Records, che al momento dell’uscita del disco comunicava in un messaggio sui propri canali social: Due to the COVID-19 pandemic, we are temporarily unable to mail records and other physical merchandise. We appreciate your support, and we will ship your order as soon as we can.
Non c’è molto altro da aggiungere. Il disco è senza dubbio una delle migliori uscite del 2020, anche se per i motivi che tutti sappiamo di uscite ne abbiamo viste poche. È disponibile in diversi distributori europei ma può essere ascoltato sulle principali piattaforme online.