Death Angel – Humanicide (recensione)

Death Angel – Humanicide (recensione)

Giugno 3, 2019 Off Di fr3ng

A tre anni da The Evil Devide tornano i Death Angel con Humanicide, disco di puro Thrash Bay Area prodotto dalla Nuclear Blast.

Sono passati trentadue anni da The Ultra-Violence, indiscusso capolavoro del genere. Dopo tutto questo tempo (non dimentichiamo anche uno scioglimento durato tutti gli anni ’90) e otto dischi, la sensazione potrebbe essere che una band non abbia più niente da dare e che possa scadere in cliché raffazzonati o tristemente commerciali.

Fortunatamente non è questo il caso.

Il disco mi piace già al primo ascolto. Si apre con il pezzo che dà il titolo all’album, una mazzata di 5.42 minuti che mi tiene incollato alla cuffia con un sorrisetto inebetito. I dieci brani successivi sono uno più bello dell’altro.

Il songwriting non è mai scontato e apre a soluzioni molto varie tra loro. Dal thrash classico dei primi pezzi si passa allo speed metal con tinte punkeggianti di I Came for Blood per arrivare al brano centrale Immortal Behated,  più melodico e lento (diciamolo: quest’ultima è la tipica canzone per le radio, ma non per questo meno valida) per continuare sulla falsariga della prima parte del disco.

Gli arrangiamenti, molto tecnici, si accompagnano perfettamente con il cantato di Mark Osegueda.

Molto interessanti anche i testi, che offrono una critica alla condizione umana dei giorni nostri, all’ipocrisia e all’individualismo dell’odierna società dei consumi.

L’artwork ripropone i tre lupi con un teschio di bufalo sulla testa, allegoria già presente The Dream Calls For Blood e Relentless Retribution. In generale, soggetti animali sono presenti in quasi tutti i dischi dei Death Angel post-reunion.

Per concludere, consiglio certamente Humanicide non solo agli amanti del genere ma anche a chi è semplicemente in cerca di un disco molto ben fatto.