Chains (intervista)

Chains (intervista)

Giugno 18, 2019 Off Di fr3ng

Qualche settimana fa ho avuto la possibilità di fare qualche domanda a Marco, voce dei Chains e dei furono ED e BANxTHIS.
I Chains sono un’ottima band bolognese che propone un hardcore profondamente legato stilisticamente ad alcuni gruppi della New York di fine anni ’80 (Underdog, Supertouch, Youth Of Today, Straight Ahead e altri).

Chains, Hardcore, Nyhc, Bologna, Supertouch

Ciao Marco. Inizio con una curiosità: come avete deciso il nome della band? Ha a che fare in qualche modo con l’integrità, con la forza interiore, con la coerenza? Oppure semplicemente suonava bene?

Ci piaceva l’idea di avere un nome d’impatto, senza troppi giri di parole. Non ricordo come sia saltato fuori il nome Chains, ma sono sicuro che non avevamo in mente nè l’integrità, nè la forza interiore…è più probabile che stessimo pensando a Mister T. 

 

Siete in giro da anni, avendo avuto molti progetti passati (Ban This!, Ed, When Seasons Change ecc…). Vi siete mai chiesti “chi me lo fa fare?”? Cosa vi tiene ancora on track?

Sono sempre stato dell’idea che l’hardcore fosse una cosa per i ragazzi, e più invecchio più ne sono convinto. È sempre stato così, ed è giusto che lo sia, purtroppo però negli ultimi anni si vedono sempre meno facce nuove ai concerti e (almeno parlando di Bologna) sembra non esserci nessun ricambio generazionale. Non ho niente contro le reunion di panzoni sudati e signori vestiti da teenager, dico solo che mi hanno stancato e preferirei vedere bands di ragazzini brufolosi che non sanno andare a tempo ma ci mettono il cuore e la voglia di spaccare tutto. Cosa ci fa andare avanti? Penso sia soprattutto l’amicizia, e una scusa per fare qualcosa insieme, sicuramente non l’idea di fare tour mondiali o dischi per major… non volevamo farlo prima, figurati adesso.

 

Due anni fa avete prodotto il 7” Made For Standing. State lavorando a qualcosa di nuovo al momento?

Stiamo facendo qualche pezzo nuovo, visti i nostri tempi registreremo nel 2025 e il disco uscirà il giorno in cui il Bologna vincerà lo scudetto.

La vostra musica si ispira ai classici newyorkesi di fine anni ‘80. Tuttavia, in Made For Standing, si assiste secondo me a una crescita del vostro sound, più personale, che per alcuni aspetti ricorda The Earth is Flat dei Supertouch. Il vostro stile è il risultato di una ricerca mirata oppure è la naturale evoluzione della scrittura di quattro ragazzi in una sala prove?

I pezzi che stanno venendo fuori in effetti sono molto su quello stile, la realtà è che bands come Supertouch, Underdog, Into Another, ecc.. sono da sempre tra i nostri gruppi preferiti. Probabilmente abbiamo sempre cercato di fare questa roba, anche dai tempi dei Ban This!, ma l’Alce era un batterista giovane e atletico che suonava velocissimo e non riusciva a rallentare. Adesso che è ‘maturo’ si affatica più in fretta e fa suonare tutto più rock!

Chains, Hardcore, Nyhc, Bologna, Supertouch

Avete da poco suonato coi Bold al Freakout di Bologna. Il pubblico, seppur numeroso, aveva un’età media particolarmente alta, come avrete certamente notato. È segno della mancanza di un ricambio generazionale oppure che le nuove leve preferiscono semplicemente seguire band moderne?

Penso che di nuove leve ce ne siano davvero poche. La nostra generazione ha avuto la fortuna di suonare in un periodo in cui tutto era più vivo. Parlando della nostra città un punto di rottura è stato senza dubbio la fine dell’Atlantide: credo sia stato un luogo fondamentale per tutti noi, non solo per conoscere gente e scoprire nuovi gruppi, ma soprattutto per vivere la musica ‘punk hardcore’ al di fuori di un certo tipo di logiche. Adesso sembra tutto più freddo, meno coinvolgente. Ovviamente non è solo questo, anche perchè posti di un certo tipo ci sono ancora: forse i ragazzi più giovani non vedono l’hardcore come qualcosa di interessante e coinvolgente, o forse si accontentano di guardare un concerto su youtube e di ascoltare musica fatta da altri. Anche se la mia ultima teoria è che l’hardcore ormai sia visto dai ragazzini come roba da vecchi, i sedicenni probabilmente vedono i Minor Threat come noi vedevamo i Deep Purple.

 

Nascete come band straight edge. Per chi di voi tuttora lo è, il messaggio edge è ancora qualcosa che vale la pena di essere diffuso oppure una scelta da vivere individualmente?

Lo straight edge è stata una delle ideologie più stuprate negli anni, fino a diventare una specie di setta per invasati. Ho sempre pensato che sia un messaggio importante e positivo che però non deve diventare una forzatura, nè per se stessi nè per gli altri.

  Chains, Hardcore, Nyhc, Bologna, Supertouch

Coltivi altre passioni che potresti mettere allo stesso livello di quella per la musica?

Un mucchio di passioni, il brutto è che tutte sono dispendiose come la musica.

  

Siamo ai saluti. Ti ringrazio per il tuo tempo. A presto!

Grazie a te, a presto!